Collegi
La Compagnia di Gesù inizialmente non si proponeva di operare nel campo dell'educazione. In questi primi anni i collegi gesuitici erano dei meri internati per i membri della Compagnia che seguivano le lezioni universitarie a Parigi, Padova, Colonia, Alcalà, Coimbra, Valencia, Lovanio. Avendo tuttavia constatato l'inadeguatezza delle università dell'epoca, la Compagnia decise di integrare l'insegnamento universitario con lezioni ed esercitazioni.
La Ratio Studiorum indicava anche i compiti dei diversi responsabili d'istituto. A capo di ogni collegio c'era un rettore, dal quale dipendevano due prefetti, il prefetto agli studi, tendenzialmente incaricato di sopraintendere agli studi superiori (filosofia e teologia), ed uno specificamente addetto agli studi inferiori.
Vi erano norme specifiche anche per i bidelli. Le regole per gli studenti erano distinte fra quelle per gli alunni interni appartenenti alla Compagnia e quelle per gli studenti esterni.
Programma scolastico
Il corso di studi durava circa tredici anni: il corso inferiore durava sei anni (in quanto l'ultimo anni veniva spesso ripetuto), seguivano i tre anni del corso di filosofia e i quattro del corso di teologia[2].
Corso inferiore
Il corso inferiore, successivo alle scuole elementari, durava cinque anni così articolati: tre classi di grammatica (inferiore, media e superiore), una di umanità e una di retorica[8]. Per ogni classe c'era un professore apposito.
Nelle tre classi di grammatica le materie insegnate erano le lingue e letterature classiche, latina e greca. Per quanto riguarda il latino era precisato che la grammatica doveva essere insegnata seguendo il testo del gesuita Emmanuele Alvarez, mentre le letture dovevano essere tratte soprattutto da Cicerone.
La classe di umanità era propedeutica allo studio della retorica, perciò il professore insegnava le basi dell'eloquenza sulla base delle opere di Cipriano, ed inoltre doveva arricchire il linguaggio e l'erudizione degli allievi[11].
Nella classe di retorica il professore insegnava le tecniche oratorie e la poetica. I libri di testo indicati erano le opere oratorie di Cicerone, nonché la Retorica e la Poetica di Aristotele.
Corso di filosofia
Il corso di filosofia durava tre anni. Le materie insegnate erano la filosofia, la filosofia morale e la matematica.
Lo studio della filosofia si svolgeva lungo i tre anni, prendendo a base le opere di Aristotele: nel primo anno si studiavano prevalentemente le opere di logica, nel secondo quelle di fisica e nel terzo quelle metafisiche.
Anche le lezioni di filosofia morale prendevano a riferimento Aristotele, studiandone le opere etiche.
La classe di matematica consisteva nello studio degli Elementi di Euclide.
Corso di teologia
Il corso di teologia durava quattro anni. Le materie insegnate erano sacra scrittura, ebraico, teologia scolastica e casistica, l'odierna teologia morale. Tutti i professori dovevano essere seguaci della teologia di San Tommaso.
Lo studio della teologia scolastica durava quattro anni ed era impartito da due o tre diversi professori. Poiché il testo di riferimento era la Summa Theologiae di San Tommaso, la suddivisione del programma scolastico fra i professori e per anni scolastici, era fatta indicando i capitoli di quest'opera.
Nello studio della casistica non era indicato un testo di riferimento. Ognuno dei due professori teneva un corso biennale, uno seguiva l'ordine dei sette sacramenti, l'altro quello dei dieci comandamenti.
Lo studio della sacra scrittura era esplicitamente orientato a dimostrare la validità della Vulgata, la versione latina della Bibbia che era adottata dalla Chiesa Cattolica.
Metodo d'insegnamento
La Ratio studiorum è molto dettagliata nello spiegare come debbano essere organizzate le giornate degli studenti e come si debbano tenere le singole lezioni. Il regolamento scolastico indica anche le vacanze da osservare: poche in estate, ma frequenti durante l'anno in occasione delle festività religiose (una settimana a Natale, gli ultimi giorni di Carnevale, due settimane per Pasqua, tre giorni per la Pentecoste, Corpus Domini, Commemorazione dei defunti). Così come specifica che i voti agli alunni possono essere sintetizzati in una scala numerica da 1 a 6. Gli studenti devono parlare fra di loro in latino, eccetto che durante la ricreazione e le vacanze[.
Uno dei principi più caratteristici della didattica gesuitica è quello della ripetizione, come metodo per assimilare la materia di studio. La ripetizione è prevista a vari livelli: nel pomeriggio gli studenti devono ripetere quanto appreso al mattino; nel secondo semestre si ripete quanto imparato nel primo[8]; all'inizio di ogni anno scolastico si ricapitola quanto studiato in quello precedente.
L'altro principio didattico tipico della Ratio è quello della competizione. Per i corsi superiori di teologia e filosofia sono previsti diversi livelli di disputationes: settimanali, mensili, parziali e di fine anno, in cui gli studenti migliori sostengono tesi opposte davanti a un pubblico, che nelle disputationes di fine anno comprende anche personalità estranee al collegio[23].Nelle classi del corso inferiore erano previsti premi di composizione in prosa e in poesia, sia in latino che in greco[24].
Essendo importante imparare a parlare in pubblico, sono previste declamazioni di orazioni di autori classici, così come rappresentazioni teatrali (purché in latino, di argomento sacro e senza personaggi femminili
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