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PSICOLOGIA: CARL GUSTAV JUNG

UNA VISIONE FINALISTA
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Le differenze tra Freud e Jung sono molte. L’ambiente religioso in cui è cresciuto Jung, che è figlio di un pastore protestante, ha esercitato un notevole influsso sulle sue teorie, che utilizzano contributi tratti dalle religioni e filosofie orientali, dalla mitologia, dall’esoterismo. Mentre Freud può essere considerato l’erede di una visione positivistica del mondo, Jung è maggiormente legato alla tradizione romantica tedesca. L’obbiettivo dell’analisi junghiana non è, come per Freud, far riemergere i contenuti rimossi per porli sotto il controllo dell’Io, bensì aiutare l’individuo nel suo percorso di realizzazione si sé, che è l’obiettivo della sua esistenza. Un aneddoto esprime chiaramente la visione finalistica della psicologia junghiana: un viandante che incontra un freudiano si sentirà chiedere “Da dove vieni?”, mentre quello che incontra un junghiano dovrà rispondere alla domanda “Dove vai?”.
La concezione junghiana vede lo sviluppo individuale intersecarsi con quello dell’umanità; ogni individuo contiene infatti in sé le tracce delle esperienze passate degli esseri umani, tracce che sono parte del suo inconscio. Lo sviluppo individuale avviene allora in modo completo se contempla un percorso nella profondità della psiche, alla ricerca dei contenuti inconsci dell’individuo e della collettività.

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