Passa ai contenuti principali

ANTROPOLOGIA: comunicazione orale e scritta

COMUNICAZIONE ORALE E SCRITTA 

Non esiste ormai società che ignori l'esistenza della scrittura.

Il nostro modo di esprimerci oralmente è guidato da  un pensiero che si fonda sull'assimilazione della scrittura. Fino a non molto tempo fa esistevano ancora le cosiddette società a "oralità primaria".
Si trattava di società che, indipendentemente dal loro grado di complessità sul piano politico, economico e amministrativo, non conoscevano alcuna forma di scrittura.
La scrittura vera e propria compare in Mesopotamia, con il popolo dei sumeri, ed è conosciuta come scrittura cuneiforme, perché il segno base, una forma a cuneo, era combinato con altri simili per formare le parole.
La scrittura alfabetica, nella quale a ogni segno corrisponde un suono della lingua, risale invece al XIV secolo a.C e fu inventata, sembra, dai fenici nella regione dell'attuale Libano.


Le scoperte compiute da linguisti, antropologi e studioso di tradizioni orali hanno portato alla conclusione che gli attuali cantastorie e gli improvvisatori di poesie, anche analfabeti, hanno un modo di recitare simile a quello dei poeti-cantori dell'antichità e dei griot del passato e di oggi, oltre che dei loro colleghi contemporanei in Tibet e in altre parti del mondo.
Nelle culture fortemente imbevute di oralità, questo modo di procedere non è tipico solo della dimensione poetica, religiosa o della narrazione mitica, ma anche di discorsi con scopi descrittivi, esplicativi, politici, giuridici e amministrativo.
Il procedere per formule, tipico delle culture orali, può non scomparire con il passaggio all'uso della scrittura.

Commenti

Post popolari in questo blog

PEDAGOGIA: La Ratio studiorum

Collegi La Compagnia di Gesù inizialmente non si proponeva di operare nel campo dell'educazione. In questi primi anni i collegi gesuitici erano dei meri internati per i membri della Compagnia che seguivano le lezioni universitarie a Parigi, Padova, Colonia, Alcalà, Coimbra, Valencia, Lovanio. Avendo tuttavia constatato l'inadeguatezza delle università dell'epoca, la Compagnia decise di integrare l'insegnamento universitario con lezioni ed esercitazioni. La  Ratio Studiorum  indicava anche i compiti dei diversi responsabili d'istituto. A capo di ogni collegio c'era un rettore, dal quale dipendevano due prefetti, il prefetto agli studi, tendenzialmente incaricato di sopraintendere agli studi superiori (filosofia e teologia), ed uno specificamente addetto agli studi inferiori. Vi erano norme specifiche anche per i bidelli. Le regole per gli studenti erano distinte fra quelle per gli alunni interni appartenenti alla Compagnia e quelle per gli studenti est

PEDAGOGIA: COMENIO, L'EDUCAZIONE UNIVERSALE E LA FONDAZIONE DELLA DIDATTICA

COMENIO, L'EDUCAZIONE UNIVERSALE E LA FONDAZIONE DELLA DIDATTICA  Comenio è il maggiore esponente della  pedagogia di  fede protestante , il fondatore della pedagogia e della didattica moderna. Nato a Moravia nel 1592. La vita di Comenio si svolse durante un periodo storico drammatico, segnato dalla  guerra, dalla peste e dalle carestie . Comenio vuole restaurare la moralità mediante la diffusione del sapere e delle  virtù . Si distanzia da Lutero perché non ha una visione così pessimistica dell'uomo  ed è più vicino ad Erasmo nella fiducia nella  ragione umana . Ha una concezione diversa dall'idea di Lutero sul peccato originale:  L'uomo  era segnato dal peccato originale ma non era necessariamente un peccatore. Comenio credeva nell' innocenza dei  bambini. Voleva far conoscere a tutti i principi fondamentali del sapere ( Pampaedia ), perché tutti sono orientati alla salvezza e perché ogni persona va rispettata in quanto a immagine e somiglianza di Dio. Comenio

PSICOLOGIA: Pensiero di Sigmund Freud: cos'è l'inconscio? Freud e la creazione della personalità

                 +Pensiero di Sigmund Freud: cos'è l'inconscio? Secondo  Sigmund Freud  la  personalità dell’individuo  si crea a partire dall’equilibrio (o squilibrio) di tre “istanze” inconsce:   1.  l’ Es : è, scrive  Freud , “la parte oscura, inaccessibile della nostra personalità”, “lo chiamiamo un caos, un calderone di impulsi ribollenti”, “ignora i valori, non conosce né il bene, né il male, né la moralità”. In una frase: “l’Es obbedisce all’inesorabile principio del piacere”; 2.  il  Super- io : è l’insieme delle proibizioni presenti nell’individuo nei primi anni di vita e che continuano ad accompagnarlo negli anni a seguire; 3.  l’ Io : è la parte organizzata della personalità che deve equilibrare le pressioni, spesso contraddittorie, dell’Es, del Super-io e del mondo esterno. Sull’equilibrio che l’Io riesce a raggiungere tra le diverse istanze si gioca, secondo  Freud , il raggiungimento di una  personalità normale o nevrotica . In un individuo normale,